La curcumina, nei pochi trial clinici oggi disponibili, si sta dimostrando efficace nel migliorare la funzione endoteliale, candidandosi a fattore protettivo in ambito cardiovascolare.
Disfunzione endoteliale e irrigidimento delle arterie di grosso calibro quali aorta e carotide, conseguenza dei processi di invecchiamento e dell’obesità, sono i due fattori che incidono maggiormente sull’alterazione della funzione vascolare. Gran parte dei meccanismi biochimici scatenanti è legata a fenomeni di stress ossidativo e infiammatori.
La dieta può giocare un ruolo protettivo e i polifenoli si sono rilevati micronutrienti a elevata capacità antiossidante e antinfiammatoria. “Tra questi, la curcumina ha dimostrato di migliorare la salute delle arterie, sia nei processi legati all’invecchiamento, sia in caso di obesità” sottolineano gli autori.
Esistono pochi studi clinici ancora su cui poter ragionare, ciononostante, però, emergono prove incontrovertibili di come la curcumina sia in grado di migliorare la funzione endoteliale negli anziani e di ridurre l’ispessimento arterioso in uomini obesi e di giovane età”.
MECCANISMO D’AZIONE: I meccanismi biochimici sembrano legati a molteplici azioni.
– soppressione dell’attività dalla Nadph ossidasi, enzima che favorisce la produzione di radicali liberi, e concomitante
– promozione dell’azione della superossido dismutasi, vero e proprio spazzino delle specie libere dell’ossigeno.
– attivazione di Ho-1 (Eme-ossigenasi 1), enzima appartenente alla classe delle ossidoreduttasi con effetto protettivo sulla parete arteriosa, promuovendo l’attività antiinfiammatoria, inibendo la proliferazione delle cellule muscolari lisce e, soprattutto, inducendo la riparazione dell’endotelio danneggiato.
– attivazione di Nrf2, il fattore di trascrizione nucleare eritroide-2 che regola l’espressione genica di una grande varietà di enzimi citoprotettivi antiossidanti.
DOSAGGIO: “La curcumina libera è scarsamente assorbita, subisce un rapido metabolismo e una rapida eliminazione”.
Ad oggi difficile definire un dosaggio standard. Sulla base delle più recenti evidenze, l’effetto maggiore a livello arterioso si ottiene con un range giornaliero che varia dai 158 ai 2.000 mg, proprio in relazione al tipo di formulazione
Sono state sviluppate infatti soluzioni che consentono maggiore biodisponibilità in virtù dell’aggiunta di adiuvanti piuttosto che della messa a punto di formulazioni a dispersione molecolare o che incorporano fosfolipidi, micelle, liposomi, nanoparticelle, in grado di interferire con i processi di degradazione. In virtù di tutto questo è oggi difficile definire un dosaggio standard.